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Zogno: dopo il tricolore, Belotti punta a un tuffo mondiale in Canada

Diciassette anni, originario di Zogno e ora residente a Villa d’Almè, Stefano Belotti ha conquistato, a inizio marzo, il titolo italiano juniores di tuffi, nel campionato disputatosi a Bolzano, in Alto Adige. Giovane promessa nazionale dei tuffi, il baby campione brembano ora punta a raggiungere qualcosa di importante agli Europei di Bucarest (Romania), a fine luglio, e – perché no – ai campionati mondiali in programma a Montreal, in Canada a novembre. La stoffa c’è tutta, come dimostrato recentemente. Per una “carriera” iniziata a sette anni, alle piscine Italcementi di Bergamo, e che ora punta in alto, molto in alto.

Lo abbiamo intervistato:

Fai parte di una squadra? Quale?

Faccio parte di una società meravigliosa chiamata “Bergamo tuffi”. Si tratta di un gruppo forte ma soprattutto molto unito, che ha permesso la creazione di solide amicizie; questa è per me una cosa essenziale: poter contare l’uno sull’altro anche quando le cose non vanno come desideriamo.

Da quanti anni pratichi questo sport? Da dove nasce questa tua passione?

Sono dieci anni che pratico questa disciplina e ne sono sempre più innamorato perché grazie ad essa ho imparato molte cose, anche nella vita. Inizialmente non mi piaceva molto lo sport acquatico, ma visto che i miei genitori lavoravano al bar della piscina, mentre mia sorella faceva nuoto sincronizzato, chiesi a mia madre la possibilità di fare una lezione di tuffi. Dopo qualche mese me ne ero innamorato.

Quanto allenamento e quanto impegno occorre per mantenere i tuoi livelli?

In qualsiasi sport per raggiungere alti livelli ritengo siano fondamentali dedizione, disciplina e voglia di migliorarsi ogni giorno. Anche un solo centimetro, nel tempo, può fare la differenza. Gli allenamenti sono intensi e sono tanti, ma se nella testa hai obiettivi e sogni, il peso dei sacrifici si affievolisce, poiché sai che strada facendo verranno ripagati.

Quali sono i successi che ritieni più importanti e che sei riuscito a raggiungere finora?

A livello giovanile credo che i risultati più importanti siano le tre medaglie d’argento vinte agli Europei di Kazan (Russia) e Helsinki (Finlandia). Un’altra gara molto importante è la “Dresden Diving Cup”, una sorta di mini-mondiale. E poi le finali ai mondiali di Kiev (Ucraina). Ho già vinto più di 150 medaglie.

Quali i prossimi obiettivi?

I prossimi obiettivi importanti sono sicuramente gli Europei a Bucarest in Romania di fine luglio, quindi i mondiali in Canada, a Montreal, di fine novembre.

Ci sono state volte in cui ti sei sentito sconfortato?

Sì, ci sono momenti in cui gli atleti si sentono sconfortati, periodi in cui le cose non vanno come vorresti, ma fa parte del percorso. Penso che sbagli, fallimenti o questi momenti di difficoltà siano parte dell’apprendimento. Lo scorso anno, ad esempio, ho avuto un momento “no”, ho avuto bisogno di aiuto e mi è stato dato; ho imparato molte cose che mi saranno utili in futuro.

Per raggiungere questi livelli credi che la tua regione offra le giuste opportunità, strutture e allenatori?

Effettivamente no, poiché non in tutte le città esistono impianti sportivi attrezzati dove è possibile praticare questo sport. In Lombardia, ad esempio, usufruiamo di strutture molto povere rispetto ad altre città come Roma. Però, dalla nostra, c’è che abbiamo uno degli allenatori più bravi in circolazione, Davide Pasinetti, che ci insegna il senso del gruppo e l’importanza del sostenersi e farsi forza.

A. S.

Lunedì 4 aprile 2022

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