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San Pellegrino, con la clinica Quarenghi al via cure domiciliari per gli over 65

Un ospedale che va sempre di più verso il territorio, per prendersi cura dei pazienti cronici e fragili nel loro ambiente di vita, offrendo prestazioni direttamente a casa: l’Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino estende in regime di Servizio sanitario nazionale le nuove «C-Dom», le cure domiciliari, nello specifico rivolgendosi a persone non autosufficienti con più di 65 anni della Valle Brembana.

In una valle sempre più anziana, il servizio che viene avviato è fondamentale: gli anziani allettati, che necessitano di medicazioni complesse, flebo, prelievi, iniezioni, cure fisioterapiche, potranno – su richiesta della famiglia al medico di base – farle a casa, senza dover portare il paziente in ospedale.


«Ottenere l’accreditamento da parte di Regione Lombardia per l’erogazione, anche in regime di Servizio sanitario nazionale, delle cure domiciliari dimostra la bontà del percorso intrapreso da tempo dalla clinica – afferma il direttore generale dell’istituto, Michèle Quarenghi – con l’intento di essere sempre più un punto di riferimento non solo come Centro riabilitativo e per ricoveri di sollievo, ma anche come struttura in grado di offrire al proprio territorio prestazioni sanitarie specialistiche, indispensabili per le persone croniche e fragili, divenendo elemento chiave per evitare o rinviare l’ospedalizzazione non necessaria».
L’ospedale, dunque, si fa territorio.
«La C-Dom erogata dell’Istituto clinico Quarenghi – sottolinea il direttore sanitario, Daniele Bosone – ha la peculiarità di essere inserita in una struttura ospedaliera. Ciò significa rendere immediatamente disponibili una serie di servizi specialistici: nel caso di pazienti in corso di riabilitazione, per esempio, ci consente di proseguire la cura anche a domicilio con i nostri fisioterapisti, portando avanti un percorso all’insegna della continuità dell’assistenza. Ma non solo, basti pensare alle attività diagnostiche e ambulatoriali, con le quali resta costantemente un filo diretto, anche in caso di attivazione da parte del medico di famiglia».
«Oltre a ciò, – continua Bosone – l’unità d’offerta domiciliare ha una ricchezza di opzioni: lavoriamo in stretto rapporto con l’Asst Papa Giovanni XXIII, i medici di medicina generale, le Case di comunità e le associazioni del territorio e le famiglie, al fine di garantire la massima presa in carico del paziente, cercando di rispondere alla domanda sanitaria, in integrazione anche con chi fornisce servizi di tipo sociale o più tipicamente sociosanitario».

Venerdì 24 novembre 2023

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