Il portale della Valle Brembana e delle Orobie

spot_imgspot_imgspot_imgspot_img
HomeRedazionaleCronacaIl killer Pianetti diventerà una serie tv: "Il vendicatore" con la regia...

Il killer Pianetti diventerà una serie tv: “Il vendicatore” con la regia di Davide Ferrario

La storia di Simone Pianetti, il killer di Camerata Cornello che il 13 luglio 1914 uccise sette persone, diventerà una serie tv. Grazie al regista cremonese (ma da anni a Bergamo) Davide Ferrario. Si intitolerà “Il vendicatore”, ispirandosi proprio alla figura di Pianetti, e l’uscita è prevista nel 2023.

La sua storia era stata raccontata anche da Enrico Ruggeri alla radio e da un canale youtube anglo americano. Qui l’articolo.

Il regista Davide Ferrario (foto da Movieplayer.it)

“Il film – spiega il regista, sceneggiatore e produttore Ferrario – si ispira alla figura storica di Simone Pianetti (1858-?), protagonista di uno dei fatti di cronaca europei più clamorosi del 1914. Una vendetta privata (sette morti) che nasce da una vera e propria persecuzione, una vicenda che lo trasforma nella memoria collettiva in una sorta di giustiziere del popolo. Una storia che diventa leggenda nel momento in cui Pianetti sfugge alla cattura e di lui si perdono le tracce per sempre”.

“Nella serie, Pianetti diventa Simone Falco. Basandoci su fatti e ricerche storiche, e coprendo con elementi fictional la parte meno conosciuta della sua vita, diventa un personaggio “bigger than life” che attraversa luoghi e periodi storici estremamente suggestivi: la Belle Epoque a cavallo del Novecento; l’emigrazione ai tempi dei grandi scontri sociali in Usa; l’Italia del primo anteguerra, combattuta tra il progresso e la conservazione più ottusa.

Qui la trama raccontata da Ferrario.

“La storia comincia quando Simone ha 25 anni – prosegue il regista – ed è costretto ad andarsene dal suo paese per le incomprensioni col padre e per l’ostracismo del parroco e dei notabili. Lascia Maria, la ragazza di cui è innamorato, che è incinta senza ancora saperlo. Emigra negli Stati Uniti e finisce per essere usato come crumiro nel cruento sciopero alle acciaierie Carnegie di Pittsburgh.

Coinvolto in una vera e propria battaglia tra scioperanti e vigilantes, si salva ma deve assistere al linciaggio dei suoi amici italiani. Si aggrega a una famiglia di anarchici russi e si trasferiscono insieme a New York dove aprono un piccolo negozio. Sette anni dopo, gli affari vanno bene. Simone sposa Anna, una giovane russa. Ma sulla scena compare la Mano Nera, la prima forma della mafia, attivissima in Usa a quell’epoca. Il carattere di Simone non sopporta ricatti e soprusi: reagisce. Sfida i criminali, riesce a farli arrestare ma quelli si vendicano uccidendo Anna. Simone ritorna in Italia dove rivede Maria e scopre di avere un figlio. La sposa, ma tra loro resterà sempre un’ombra. Dapprima restio a partecipare alla vita del vecchio paese, Simone passa il suo tempo a caccia di camosci. E’ un tiratore provetto e un conoscitore esperto delle montagne. Passano altri sette anni. Si rifà vivo il suo migliore amico di gioventù, Antonio Cornaro. Ora è un brillante avvocato e un politico progressista. Convince Simone a uscire dalla sua abulia e a farsi portatore dei valori del nuovo secolo in valle.

Un giornale dell’epoca

IL RITORNO IN VALLE

Simone apre una sala da ballo e un emporio. Contro di lui si scatenano il prete e i benpensanti. Nel giro di un anno Simone, nonostante l’iniziale successo, è costretto a chiudere e ad andarsene dal paese. Antonio lo aiuta ad aprire in un paese vicino il primo mulino elettrico della valle, dove adesso arriva anche la ferrovia. Tutto sta cambiando, Antonio si candida alle elezioni del 1913, Simone lo sostiene. Ma anche in questo caso, tutto si ritorce contro di lui. Nonostante Cornaro venga eletto, Simone è rovinato: una contadina, sostenuta dal prete e dai soliti nemici, diffonde la voce che la sua è la “farina del diavolo” e si finge avvelenata. Il colpo di grazia Simone lo riceve quando un’operazione mal eseguita da parte del dottore del paese causa la morte del figlio. Una mattina Simone prende il suo fucile e – uno alla volta – stermina a sangue freddo tutti quelli che l’hanno rovinato. Fugge in montagna, si scatena la caccia. Ma nonostante centinaia di agenti e soldati lo cerchino, la conoscenza dei luoghi e la solidarietà di mandriani e carbonai ne rende impossibile la cattura.

In un ultimo incontro con Maria e Antonio confessa che non lo prenderanno mai vivo. Il giorno dopo un cadavere sfracellato viene trovato con accanto la sua carabina. Simone Falco è morto, dice la polizia. Ma è davvero lui?

Il film è prodotto da Rossofuoco, la casa cinematografica di Ferrario. Con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.

Sergio Sonzogni

Venerdì 13 maggio 2022

spot_img