Giovanni Milesi, 56 anni, e la compagna Veruska Paninforni, 51, sono pronti a metterci le loro mani e i loro progetti.
Lo scorso giugno, lui, ingegnere, ha lasciato dopo 27 anni il lavoro alla Smi di San Giovanni Bianco come progettista e responsabile commerciale; lei, dopo oltre 30 anni, quello di infermiera e coordinatrice delle professioni sanitarie all’ospedale di San Giovanni Bianco.
A San Giovanni Bianco, SABATO 18 OTTOBRE, riaprono uno storico panificio che ha attraversato tre secoli.
Il panificio era di Luigi Milesi, bisnonno di Giovanni, che lo attivò a fine Ottocento nell’allora via Processione (poi via San Francesco e ora via Giuseppe Milesi, a lato della chiesa parrocchiale), poi dei nonni Giulia ed Egildo Milesi e, fino al 2000, di papà Lino (scomparso nel 2005). Nel giugno 2024 muore anche mamma Ambrogia. «Un mese prima che ci lasciasse – ricorda Veruska – le promettemmo che avremmo valorizzato quanto fatto con sacrificio in tanti anni».
«La scomparsa dei miei genitori è stata fondamentale nella nostra scelta – aggiunge Giovanni -. Ora vorremmo riportare il pane al centro della tavola, come una volta, quando dava valore a tutto il resto. Omero, per distinguere gli uomini dagli animali, li definiva “mangiatori di pane”. E poi, dopo tanti anni in cui abbiamo lavorato per gli altri, ora vorremmo fare qualcosa di nostro, con le nostre mani, che esprima il nostro modo di essere. Col forte desiderio di essere parte della comunità ».
La sede di quello che si chiama «Buono come il Pane» è ancora lo storico edificio del 1400 che ospitava il panificio del nonno, inglobando anche gli spazi di un altro storico locale, l’osteria «Il Bacco» del bisnonno Antonio Milesi. «Siamo aperti fino alle 19 – dice ancora Giovanni Milesi – sfornando pane fresco anche di pomeriggio. La genuinità vuole essere la nostra parola d’ordine: grani antichi, fornitori con materie prime non industriali, le forme del pane che usciranno solo dalle nostre mani».
Il pane dell’ex infermiera e dell’ingegnere.

Mercoledì 15 ottobre 2025