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Ristoranti senza personale. Il K2 di Foppolo: “Non è colpa dello stipendio”

“Non è sufficiente pagare di più il personale per trovarlo. In realtà molti che già lavoravano in questo settore, con le chiusure dei locali dovute alla pandemia, si sono ricollocati in altri ambiti. E ora è difficile recuperarli”.

Gianmaria Veronese è titolare con la famiglia del ristorante K2 di Foppolo, uno dei più famosi in valle Brembana, e della Terrazza Salomon in cima al Montebello (pronto a riaprire con la ripartenza delle seggiovie). La difficoltà a trovare personale ha colpito anche le loro attività. E dopo le recenti dichiarazioni del titolare del Pandizucchero, di Almè, Ronald Tellini, costretto a ridurre gli orari di apertura della gelateria causa mancanza di personale, Veronese interviene con alcune considerazioni.

“Nella maggioranza dei casi si parla di attività legate alla ristorazione, ma crediamo che il problema sia estremamente più diffuso, impattando a 360° i settori dove sia richiesto lavoro manuale e manodopera specializzata. La cosa triste, leggendo i commenti sui social, è come la maggior parte delle persone riduca il problema ad un banale “pagateli di più e vedete che il personale lo trovate”. Purtroppo la questione, secondo noi, è ben più complicata così”.

Al rifugio Montebello di Foppolo

“CON LA PANDEMIA FUGA DALLA RISTORAZIONE, DIFFICILE FARLI RITORNARE”

“Il fatto che il settore della ristorazione sia tra quelli più impattati, secondo noi è dovuto al fatto che, a causa delle chiusure forzate resesi necessarie per il contenimento dei contagi, gran parte della forza lavoro sia stata costretta a ricollocarsi in altri settori. Settori che, rispetto alla ristorazione, richiedono meno flessibilità e concedono, in alcuni casi, più tempo libero. Con l’effetto che, oggi, questa forza lavoro non voglia più tornare a lavorare nel settore della ristorazione dove, fisiologicamente, è richiesto di lavorare la sera e nei weekend”.

“Per non menzionare nuove condizioni al contorno come, ad esempio, il reddito di cittadinanza che, pur non essendo la causa principale del problema, rappresenta comunque una nuova alternativa, specialmente in alcune realtà dove il costo della vita non è così elevato. Un sistema che, favorito dal meccanismo poco efficace di collocamento e in aggiunta al lavoro nero, garantisce un ritorno economico sufficiente per molti”.

“STIPENDI PIU’ ALTI NON BASTANO, LA GENTE VUOLE TEMPO LIBERO”


“Ad ogni modo, per un motivo o per l’altro, è evidente come la pandemia ci abbia spinto a rivedere la scala dei valori, valorizzando il tempo con gli amici e la famiglia, o anche banalmente per se stessi, rispetto al semplice fattore economico. Il semplice “pagateli di più” non ha quindi più alcun effetto sulle persone. Certamente può funzionare su qualcuno, ma non su un numero sufficiente di persone per coprire il numero di lavoratori necessari al settore. Senza contare che, su questo punto, va fatta una riflessione importante. Supponiamo infatti per un attimo che, alzando gli stipendi, si riesca effettivamente a trovare personale. Dove pensate che vengano scaricati questi costi in più? Ovviamente sui prezzi del menù, già pesantemente impattati dagli aumenti delle materie prime. Siamo davvero sicuri che alimentare questo meccanismo di inflazione dei prezzi sia la soluzione al problema?

Gianmaria Veronese (a destra) alla festa di fine stagione, la scorsa primavera, al rifugio del Montebello

“RISTORAZIONE NON PIU’ ATTRATTIVA PER I GIOVANI”
“Insomma, il tema è molto complesso e la situazione richiede una seria attenzione degli organi competenti (politici e non). Non si può pensare di banalizzare la questione parlando solo di stipendi. Così si rischia solo di alimentare una guerra tra poveri che non porta con sé nulla di buono. Non si può neanche pensare che la situazione si risolva da sola. Bisogna studiare e mettere in campo soluzioni senza precedenti, per fare in modo che la ristorazione possa essere di nuovo un settore attrattivo per i giovani, ma non solo. Il rischio è che il settore per cui il nostro paese è famoso in tutto il mondo, a lungo andare, possa diventare appannaggio solo di pochi. Speriamo che questo nostro sfogo possa alimentare finalmente delle riflessioni sul tema, ma soprattutto un confronto costruttivo, dal quale poter far emergere delle idee da portare a questo settore in forte difficoltà”.

Martedì 28 giugno 2022

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