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Varianti CoViD: la “nigeriana” è già in bergamasca

Mercoledì, 17 marzo 2021

I dati ufficiali raccontano di varianti del Sars-Cov-2 la cui incidenza è ancora sottostimata, ma la realtà mostra ben altro: ne è una riprova la recente impennata di casi, che gli epidemiologi bergamaschi riconducono all’ampia circolazione della variante cosiddetta “inglese” la quale, secondo tutti gli esperti, è di gran lunga più infettiva e pronta a divenire la mutazione prevalente del virus non solo nella nostra provincia ed in Lombardia.

Bergamo ha già avuto contatti in questi mesi con la mutazione inglese e quella brasiliana, ma ora ne ha registrata per la prima volta un’altra: la “variante nigeriana”, riscontrata nei giorni scorsi su un bergamasco residente in città che era già risultato positivo lo scorso anno nel corso della prima ondata ma che non rientra da alcun viaggio all’estero ed è quindi da considerare “autoctono”.

L’uomo è in buone condizioni di salute, in isolamento domiciliare, con una forma di malattia lieve e sintomi simil influenzali. Ats Bergamo ha già disposto la quarantena per tutti i suoi contatti, a cui verrà eseguito il tampone al termine delle due settimane di isolamento, in scadenza nei prossimi giorni.

I sanitari bergamaschi si sono insospettiti trovandosi di fronte a un caso di reinfezione, con il dubbio che si trattasse di un contagio dovuto alla diffusione delle varianti sul territorio. Da qui la richiesta di sequenziamento con l’invio del tampone all’ospedale San Matteo di Pavia, che ha confermato trattarsi della mutazione “nigeriana”. Questa variante è stata accertata a febbraio per la prima volta in Italia a Napoli: a inizio marzo un altro caso agli Spedali Civili di Brescia dove, oltre al sequenziamento genetico, è stato isolato per la prima volta il virus portatore della mutazione nigeriana.

«Si tratta di una variante che ha molte similitudini con quella brasiliana e sudafricana – spiega il professor Fausto Baldanti, responsabile del laboratorio di Virologia molecolare del San Matteo di Pavia –. Abbiamo già testato il vaccino di Pfizer sulle varianti inglesi e brasiliana ed è emerso che l’efficacia non cala».

In tutto nella provincia di Bergamo sono stati accertati da fine dicembre ad oggi 102 casi di varianti, di cui 98 inglesi, una nigeriana e tre brasiliane: in merito a queste ultime si tratta di due tamponi positivi effettuati su altrettanti cittadini del lago d’Iseo rientrati da un viaggio in Sudamerica, e di un cittadino non bergamasco ricoverato al «Papa Giovanni XXIII».

Tuttavia, essendo impossibile eseguire negli ospedali bergamaschi, non ancora attrezzati, il “sequenziamento” per rilevare le mutazioni del virus, le verifiche vengono fatte in presidi esterni, come il San Matteo di Pavia, dove i campioni da analizzare vengono inviati in una quota limitata e solo per alcune tipologie: tamponi positivi che in laboratorio evidenziano alcuni marcatori «spia» delle mutazioni, qualche tampone derivato da focolai oppure tamponi di cittadini reinfettati.

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