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Sviluppare la viabilità per riqualificare la montagna

Sabato, 20 febbraio 2021

Carlo Personeni, presidente del Consorzio BIM (Bacino Imbrifero Montano) Brembo, Serio e Lago di Como, ha partecipato ad un’interessante inchiesta di stradafacendo.tcom24.it sul tema della necessità di potenziare le infrastrutture italiane ricorrendo a progetti che siano davvero utili al territorio e, soprattutto, adeguando e mettendo in sicurezza strade, ponti, gallerie e viadotti già esistenti: senza viabilità, secondo Personeni, non c’è sviluppo socio economico.

La sua lucida analisi parte da una semplice constatazione: un italiano su sei vive in Lombardia, quattro lombardi su dieci vivono in collina e due su dieci vivono in montagna. Quindi, a parte l’area metropolitana di Milano, le aree lombarde maggiormente abitate sono quelle parzialmente o totalmente montane, con una superficie rispettivamente di tremila e diecimila chilometri quadrati che rappresentano quasi il 60% dei circa 24 mila dell’intero territorio regionale.

La Lombardia è una delle regioni più ricche e industriose d’Europa, ma presenta al suo interno anche aree fortemente svantaggiate come quelle montane, dove si lamenta soprattutto la mancanza di opportunità di lavoro e di servizi. Proprio qui si trovano numerosi piccoli Comuni che, condizionati da una situazione di evidente svantaggio socioeconomico e di marginalità territoriale rispetto ai più attrattivi centri di fondovalle o della stessa area pedecollinare, sono soggetti a un incessante spopolamento.

Le conseguenze sul piano occupazionale sono gravi ed evidenti e la loro soluzione non appare semplice: valorizzare il settore del marketing turistico, della promozione e valorizzazione dell’artigianato locale e puntare sullo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento di montagna appaiono buone iniziative, ma è certamente sui servizi che bisogna puntare, investendo con decisione su scuola, sanità, servizi alla persona, attività commerciali, banda larga, trasporti e viabilità.

Per incentivare le attività commerciali, già presenti o di nuovo insediamento, lo stimolo potrebbe consistere in una fiscalità di vantaggio: meno burocrazia e meno tasse, con la rinuncia da parte del sistema a vessare i piccoli commercianti, gli artigiani ed i fornitori di servizi, che peraltro procurano benefici indispensabili alla collettività.

Se la leva su cui puntare sono i servizi, allora bisogna mantenere in funzione le scuole dell’obbligo, garantire la permanenza degli indispensabili servizi sanitari, assicurare i trasporti e le comunicazioni e, soprattutto, potenziare la viabilità il cui ruolo è essenziale per lo sviluppo socioeconomico di qualsiasi territorio; in particolare per le aziende che ancora resistono nei territori montani, per il terziario in genere ed il turismo oltre che, ovviamente, per i residenti. I nostri Comuni montani, le nostre meravigliose valli hanno estremo bisogno di una funzionale viabilità: anche in questo modo si potrà fermare la continua emorragia della popolazione montana.

Nel 2026 la Lombardia ed il Veneto ospiteranno le Olimpiadi invernali e la bergamasca non sarà solo una spettatrice passiva, anzi potrebbe essere direttamente coinvolta in quanto le nostre stazioni sciistiche possono rappresentare valide zone di allenamento per gli atleti e, con l’indotto conseguente, anche delle occasioni di richiamo turistico.

Non dimentichiamo che sul nostro territorio opera il terzo aeroporto italiano per volume di traffico, quello di Orio al Serio, e per sostenere maggiori flussi sulla nostra rete stradale abbiamo bisogno di una migliore viabilità provinciale per la Val Brembana e la Val Seriana, ma anche interprovinciale, come la tanto attesa e mai realizzata Bergamo-Lecco, arteria più che mai funzionale per raggiungere la Valtellina, sede di gare olimpiche.

Quindi, le priorità viabilistiche, non più prorogabili da parte di Regione Lombardia e Provincia di Bergamo, sono i nodi da Paladina a Sedrina, come pure le tratte Bergamo-Nembro-Albino ed il resto della valle Seriana e poi la tanto sospirata Bergamo-Lecco.

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