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Da oltre un anno agli “arresti domiciliari”

La pazienza ed il pieno rispetto delle regole, dopo oltre un anno dall’inizio di questo calvario pandemico, da insospettabile virtù degli italiani si sta trasformando in ingenua complicità nelle scelte più opinabili e grottesche del potere.

L’anno scorso si diceva dai balconi “ce la faremo”, si cantava a squarciagola “’o sole mio” ed in TV risuonavano le note struggenti di “Risorgerò, risorgerai”, mentre ancora mancavano mascherine, camici, respiratori, posti letto e soprattutto vaccini e l’esercito con le forze dell’ordine, con agguerrite pattuglie, mezzi blindati, elicotteri e droni, controllavano palmo a palmo il territorio in cerca di fuggiaschi dal domicilio coatto privi dell’ultima versione del modulo di autocertificazione.

Oggi c’è tutto, dalle mascherine ai sieri, ma per la popolazione è cambiato poco o nulla: ancora chiusure, ancora lavoro e scuola a distanza, ancora limitazioni alle libertà personali, ancora riunioni familiari vietate e sanzionate.

E le pattuglie sono ancora disseminate sul territorio, come in una possente dimostrazione muscolare, a sorvegliare che gli italiani nelle sacrosante festività pasquali siano ancora sigillati nelle loro case mentre le loro città siano simili a villaggi fantasma dove non circoli anima viva.

Concetto ribadito esplicitamente nei giorni scorsi anche da Gabriella Messina, comandante della Polizia Locate di Bergamo: «Sono convinta che anche a Pasqua e pasquetta i cittadini si comporteranno con responsabilità: ognuno festeggi a casa propria, con i parenti più stretti».

Ed in effetti i bergamaschi, rispettosi come sempre delle regole, anche le più assurde, hanno obbedito in massa restando chiusi in casa ed evitando di circolare per le strade della città e di gran parte della provincia, aiutati forse da una giornata di tempo non del tutto bello e dalle temperature vistosamente in discesa. Sono infatti previste gelate notturne nelle Valli e minime anche inferiori ai tre gradi.

In questi giorni Bergamo, come il resto d’Italia, è “zona rossa” e soggetta quindi alle massime restrizioni con la possibilità concessa ai cittadini di uscire di casa solo per motivi di lavoro, necessità ed urgenza, salute e attività motoria. Ma, a differenza dello scorso anno, in questi tre giorni festivi si potranno visitare parenti o amici in un’altra abitazione privata all’interno della stessa regione, una sola volta al giorno, spostandosi esclusivamente in due adulti più figli di età inferiore ai 14 anni oltre ai disabili conviventi.

Si può anche raggiungere, esclusivamente con il proprio nucleo familiare, una seconda casa anche fuori dai confini della propria regione, purché la destinazione non sia assoggettata ad altre restrizioni locali o regionali.

Qualunque pastore o allevatore, anche quelli che vivono nelle campagne bergamasche, nelle nostre Valli e negli alpeggi più verdi, quando il proprio gregge o la propria mandria viene attaccata da un agente patogeno non isola il bestiame ancora sano ma solo ed esclusivamente i capi colpiti: una regola di puro buonsenso che non tutti comprendono.

Se qualcuno leggesse nelle mie considerazioni una nota polemica, ammetto che avrebbe totalmente ragione, ma non sempre tenersi alla larga dai problemi fingendo di ignorarli aiuta a risolverli. Opinioni, discutibili e comunque legittime, soprattutto quando in gioco non c’è solo il bene primario della salute ma anche il difficile equilibrio con altri diritti inalienabili, come il lavoro e le libertà personali. Buone festività a tutti.

Enrico Scarpellini

Lunedì, 5 aprile 2021

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