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Bergamo: in 10 anni perse 3.000 imprese

Negli ultimi 10anni sono oltre 3mila le imprese bergamasche che hanno cessato la propria attività. A fine 2011 erano 86.921 quelle attive iscritte nel Registro della Camera di Commercio, scese a 83.744 al 31 dicembre 2020. Dati che ora dovranno fare i conti con le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria.
Il quadro della situazione che emerge da uno studio effettuato dalla Camera di Commercio di Bergamo su dati di Infocamere ed Istat è preoccupante.

Necessario evidenziare che tra il 2011 e il 2020, non tutti i settori sono stati costretti a scontare l’arretramento allo stesso modo: il manifatturiero ha subito le perdite maggiori, il 4% delle imprese hanno cessato l’attività, mentre il comparto agricolo ha ceduto solo lo 0,2%; il settore del commercio è rimasto sostanzialmente stabile, con il 22,5% sul totale sia all’inizio sia alla fine del decennio. Controcorrente invece le imprese di servizi, che hanno guadagnato il 4,4%. Con alcuni distinguo. I trasporti sono rimasti al 2,5% del totale, alloggio e ristorazione hanno registrato un lieve incremento, pari al +0,7%, come pure le attività finanziarie e assicurative (+0,5%), mentre i servizi alle imprese hanno guadagnato ben 2,5 punti e quelli alla persona 1. Dato importante che merita attenzione è rappresentato dalla densità imprenditoriale, ovvero il numero di imprese attive ogni 100 abitanti, è diminuita, passando da 7,87% del 2012 a 7,54% del 2020, appena al di sotto dei numeri lombardi.
Il calo di densità maggiore si è registrato nelle valli (-0,5%).

Infine analizzando la distribuzione territoriale si nota che è rimasta costante nel tempo, il 29,5% delle imprese è insediato nell’area urbana di Bergamo, il 30,4% nella fascia collinare, il 24,5% in pianura e il 15,5% nella zona montana; quella per comparti produttivi da l 2015 ha fatto registrare il sorpasso dei servizi sul manifatturiero.

Sabato, 6 febbraio 2021

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