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Galli in trincea

Nella guerra al Covid-19 l’instancabile virologo Massimo Galli è costantemente in trincea. A San Pellegrino ha lanciato un pesante avvertimento: «Sulle RSA può esserci un profilo giudiziario».

Un monito nemmeno tanto velato, quello del noto esperto, rivolto alle Residenze Sanitarie Assistenziali a margine dell’avvio della campagna di screening coordinata dall’Università di Milano con il coinvolgimento della comunità brembana.

Galli, sentito ieri mattina in Procura come testimone nell’indagine per epidemia colposa, insiste sulla necessità di maggiori controlli nei confronti di personale ed operatori di strutture di accoglienza, non solo per anziani, con un monitoraggio attento e costante, anche ricorrendo ai tamponi.

«Io non sono solo convinto – afferma il virologo -, ma ho anche discrete prove che l’infezione nelle RSA sia stata di regola portata, ovviamente involontariamente, dal personale». Impedire ai parenti di visitare i propri congiunti ricoverati non sembra quindi sufficiente.

«Ci sono state posizioni abbastanza agghiaccianti», tuona Galli alludendo a quelle strutture che nei mesi scorsi hanno evitato i test al personale temendo di avere tutti a casa ma accettando, in questo modo, di attentare alla salute degli ospiti. «Un argomento di contendere pesante in linea di prospettiva forse anche con contenuti che finiscono nel giudiziario», conclude Galli.

Dunque in sintesi il Galli pensiero si può riassumere così:

Sì a un «monitoraggio attento e costante delle condizioni di salute del personale» di Rsa e strutture con soggetti fragili.

Sì alla didattica a distanza per gli studenti delle superiori, «perché il problema non è nelle scuole, ma è prima e dopo», cioè su mezzi di trasporto pubblico troppo affollati.

E sì alla cautela, quella che conosciamo bene tutti e che consiste nell’uso di mascherine, frequente pulizia delle mani, distanziamento fisico.

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