La Valtellina, la Val Brembana, il mondo dei casari e dei formaggi, la montagna, perdono uno dei loro eroi, uno dei “Principi” delle Orobie. Si è spento giovedì 7 agosto, dopo aver lottato contro un male incurabile, Alfio Sassella, 55 anni, di Talamona (Sondrio), storico allevatore e alpeggiatore dell’Alpe Cavizzola (Mezzoldo), protagonista della resistenza casearia, fondatore e già presidente dell’Associazione nazionale Bruna Alpina Originale, tra i fautori dell’alleanza dei formaggi “Principi delle Orobie”, soprattutto straordinario custode di un patrimonio di cultura casearia e valori montanari. Uno degli ultimi difensori di quel sapere che non ha voluto scendere a compromessi con l’industria alimentare, rimanendo fedele a principi di produzione intatti lungo i secoli.
Era rimasto tra gli ultimi allevatori e produttori dello “Storico ribelle”, già Bitto storico, denominazione sorta dopo la lunghissima battaglia di alcuni alpeggiatori valtellinesi e brembani contro la decisione delle istituzioni di omologare il formaggio storico a tutta la Valtellina, tradendone le caratteristiche originarie.
Alfio Sassella caricava con una quarantina di bovine all’Alpe Cavizzola, di Mezzoldo, valicando il passo San Marco, da anni, tutte le estati. La montagna per lui era tutto. Una vita fatta di sacrifici e passione per valori da difendere. Quelli anche di un formaggio. Sì, anche solo di un formaggio: ma che dentro portava la battaglia contro l’omologazione alimentare, l’uso dei mangimi, gli allevamenti intensivi. A difesa di un cibo sano, naturale, di un allevamento sostenibile anche per la difesa del territorio.
IL SUO FORMAGGIO A 300 EURO AL CHILO
Per tale motivo lo Storico Ribelle, e in particolare le forme prodotte da Alfio Sassella, in questi anni, erano salite agli onori delle cronache: venduti anche a 260-300 euro al chilogrammo per l’incredibile capacità di stagionatura, fino a 12-13 anni.
Con Alfio Sassella se ne va uno dei protagonisti anche delle nostre montagne, un difensore della montagna autentica, capace di sacrificio e di non scendere a compromessi. In nome della salute e della natura.
IL RICORDO DEI PRODUTTORI
Così lo ricorda il Consorzio del Bitto Storico: “Alfio è sempre stato guida ed esempio per noi e per tutti i colleghi produttori, insieme alla splendida moglie Sonia, alla famiglia e ai collaboratori integerrimi interpreti della vera, storica cultura del Bitto. Con passione e dedizione, sacrificio e coraggio ha creduto in un mondo che si credeva perduto: razze rustiche di montagna, sistemi di allevamento rispettosi dei ritmi naturali, conduzione dell’alpeggio in modo rigoroso per rispettare in pieno la biodiversità del pascolo e la meraviglia dell’ambiente alpino di cui Alfio si sentiva parte. La nostra preghiera è che dal suo esempio possano trarre forza Manuela, Michele e Sonia, i loro collaboratori, tutti i lavoratori della Montagna, per proseguire a far vivere la tradizione di un Formaggio che racchiude un Mondo. Anche in onore del nostro Alfio”.
Alfio lascia moglie e due figli. La camera mortuaria è allestita alla casa funeraria delle Onoranze funebri San Giovanni – via Damiani 8/10, in Morbegno. Il funerale verrà celebrato a TALAMONA venerdì 8 agosto, nella chiesa parrocchiale.



Giovedì 7 agosto 2025