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La “missione” di Fabrizio: da 25 anni, ogni 48 ore, ricarica l’orologio del campanile alla Pianca

Fabrizio Giupponi, 51 anni, dal 2001 ricarica manualmente l’orologio del campanile della Pianca di San Giovanni Bianco: tutta la sua storia sul magazine di settembre, in edicola. Qui uno stralcio del racconto…

Se non c’è Fabrizio, alla Pianca… il tempo si ferma. O meglio, si ferma l’orologio del campanile. Proprio così, nell’era dell’elettronica, nella piccola frazione di San Giovanni Bianco ai piedi del monte Cancervo, lo storico orologio che scandisce il tempo da ormai più di tre secoli, viene ancora caricato manualmente. Forse un caso più unico che raro.
Simbolo di un incredibile attaccamento alla tradizione e alla storia della comunità, ma soprattutto di un suo residente, Fabrizio Giupponi, 51 anni, ristoratore e falegname. E poi «addetto» dal 2001 alla ricarica manuale del meccanismo che segna il tempo alla Pianca. Un orologio che, secondo tradizione storica, venne realizzato nel XVIII secolo dalla famiglia Rota, arrivata da Venezia per dirimere certe controversie tra i parrocchiani e il prete del paese.
L’orologio viene caricato manualmente, ogni 48 ore: Fabrizio sale i 21 metri del campanile e ricarica il meccanismo sollevando le due pesanti pietre che, poi, scendendo poco alla volta, fanno girare le lancette: una regola l’orologio, l’altra è quella che fa suonare le campane indicando appunto le ore. Incombenza che, fino al 2001, fu di Antonio Begnis, allora 92enne. «Le scale diventavano troppo pericolose – ricorda Fabrizio – così lo si convinse a rinunciare. Ma l’orologio non poteva fermarsi. Quindi presi io l’incarico. In più di un’occasione mi è stato chiesto se si voleva rendere il meccanismo elettronico. Ma ho sempre detto di no. Fa parte della nostra storia secolare».

Lunedì 29 settembre 2025

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