«Cosa cucino agli atleti? Beh, anche casoncelli, taragna e un buon formaggio della valle, apprezzatissimo. La cucina bergamasca ormai la conoscono e piace».
Arturo Epis, 68 anni, cuoco di Rosolo di Algua, da 12 anni è di casa nella Nazionale italiana di biathlon (sport invernale che unisce tiro a segno e sci di fondo). E in questi giorni è in Norvegia per il ritiro della Nazionale italiana prima del via della Coppa del mondo, tra una ventina di giorni.
Era il 2013 quando la dirigenza della Federazione lo chiamò per una settimana in Svezia, al seguito di atleti e staff. Da allora è diventato il cuoco, simpatico quanto apprezzato per la sua professionalità , della Nazionale italiana di biathlon. Un’avventura «culinaria», quella di Arturo, partita da lontano, quando aveva 14 anni. «Andai a lavorare in una cucina in Città Alta – ricorda – ma non mi piaceva stare lontano da casa. Così feci l’operaio per alcuni anni, da un cugino». Poi si convince che padelle e polenta possono essere il suo futuro e diventa la colonna portante della storica attività di famiglia: una trattoria a Frerola e poi, dal 1973 a Rosolo di Algua, con l’albergo-ristorante «Tranquilla».
Ricordi bellissimi, quelli di Arturo da giovane
«C’era la discoteca Snoopy a Serina che chiudeva a mezzanotte – dice – . Così i ragazzi, sulla strada del ritorno, si fermavano da noi: eravamo l’unica pizzeria aperta. Una “carbonara” di notte o una pizza, per molti erano una tappa fissa. La sala si riempiva di giovani».
Erano gli anni in cui la Val Serina era terra di grandissimi atleti di biathlon, culminati nell’argento olimpico di Pieralberto Carrara, in Giappone, nel 1998. Valpiana disponeva di un poligono che fu teatro di campionati italiani. E l’albergo Tranquilla, nel 1994 e 1995 ospitò anche i ritiri della Nazionale.
«In quegli anni conobbi tutto l’ambiente e lo seguivo nella Coppa del mondo – dice Arturo -. Ricordo quando portavo il mio apprezzatissimo filetto di cavallo in occasione delle gare». Finché nel 2013, grazie alle tante conoscenze avute in questi anni, arriva la chiamata ufficiale, come cuoco della Nazionale. «Un’esperienza straordinaria – dice Arturo, ora nonno di due nipotini – che mi impegna da ottobre alla fine della Coppa del mondo, periodo nel quale seguo ritiri e gare, tornando periodicamente a casa. Sono io a occuparmi del menu: da casa porto soprattutto carne, formaggio della valle, prosciutto crudo. E poi faccio casoncelli e taragna. Quest’anno ci attendono le Olimpiadi in Italia. Sarà ancora più bello». E chissà che la Tranquilla di Algua possa tornare a ospitare i grandi atleti del biathlon.
Martedì 11 novembre 2025










