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Zogno, s’inaugura il museo Gabanelli: centinaia di opere d’arte raccolte dall’ex parroco

Di Tarcisio Bottani

S’inaugura sabato 28 giugno, alle 15, a Zogno, il MAG, Museo delle Arti Gabanelli, che raccoglie lo straordinario patrimonio di opere d’arte sacra, e non solo, donate alla Parrocchia dal compianto parroco monsignor Giulio Gabanelli. Il museo, fortemente voluto dal parroco di Zogno, don Mauro Bassanelli, è allestito su quattro piani della ex Giudicatura, al civico 4 di via Umberto I, adiacente alla scalinata di Piazza Garibaldi.

Verrà inaugurato il giorno della nascita di don Giulio (1923-2021), sacerdote zelante e animato da molteplici interessi culturali e artistici, che fu per 30 anni parroco di Zogno. Frutto di questa sua passione per l’arte sacra era il museo San Lorenzo che lui stesso aveva fondato nel 1985 e che raccoglieva buona parte degli oggetti ora esposti nel muovo museo a lui dedicato.

QUATTROCENTO TRA DIPINTI E SCULTURE
“L’intento di don Giulio – spiega la direttrice del Museo Chiara Delfanti, che da un paio di anni lavora al suo allestimento, supportata da una commissione appositamente costituita – era di conservare e valorizzare gli arredi sacri precedenti al Concilio Vaticano II per creare un cammino di fede e di storia per i visitatori”.
Il patrimonio è notevole: sono stati inventariati circa 250 dipinti e 150 sculture che sono datate dal periodo medievale ad oggi. Non solo, don Giulio raccolse ed espose negli anni manufatti di artigianato locale e devozione popolare, dando al museo una connotazione etnografica, oltre che d’arte sacra. Vi troviamo, infatti, opere in pietra di vario genere, come le macine in serizzo rosso ghiandone di epoca medievale, vasche in dolomia bianca, abbeveratoi, palle di catapulta, capitelli fino alle più moderne lavorazioni di Mazzoleni e Vitali. Non mancano opere in ferro come varie inferriate di epoca cinque-seicentesca nonché corone, croci, porta ceri, portavasi, cimase, catenacci antichi e moderni. Tutti lavori artigianali locali o provenienti dall’area bergamasca.


“Per questa varietà di opere e manufatti – continua Delfanti – è stata presa la decisione di denominarlo Museo delle arti Gabanelli. L’intento principale è quello di dare un’immagine nuova del museo mettendolo in dialogo con tutte le realtà artistico-culturali locali. L’esposizione punta soprattutto sui dipinti, sculture, paramenti, strumenti musicali e oggetti liturgici più alcuni mobili, ma non trascura altri oggetti di pregio, come la cospicua dotazione di libri antichi”. La direttrice ci guida in anteprima alla scoperta del MAG attraverso le opere esposte nelle diverse sale dell’edificio.
Nelle sale del piano terra si trovano opere di arte contemporanea, tra le quali alcuni quadri di Filippo Alcaini e delle pittrici Rachele Zanchi, Ester Gaini e Nunzia Busi, nonché dipinti di Vittorio Bellini e Giannetto Fieschi.


Sempre al piano terra sono collocati antichi oggetti in pietra: una macina romana a due palmenti, un interessante idolo solare di epoca preistorica, un masso di serizzo grigio di forma ovoidale con incisi a colpi d’ascia di selce tre dischi solari a indicare la levata, il tramonto e il riposo.


In questa sala è esposta anche la scultura del Serpente della Corna Rossa, in legno policromo del ‘700, proveniente dalla chiesa di Sant’Antonio Abbandonato, che simboleggia il diavolo tentatore del santo eremita.
Un autentico gioiello è l’organo proveniente dalla chiesetta di Sant’Antonio a Piazza Martina in Zogno, datato 1686. La parte anteriore è composta da 17 canne di stagno finemente decorate a sbalzo; tutte le altre canne sono in piombo, salvo 12 che sono in legno.
Il primo piano è dedicato a opere riguardanti la figura della Vergine, illustrata da varie statue e dipinti di epoca diversa, a partire dal medioevo. Tra queste una preziosa statua lignea policroma della Madonna col Bambino di arte lombarda della seconda metà del Quattrocento, recentemente donata dai figli del defunto architetto zognese Vito Sonzogni, il quale già aveva fatto parecchie donazioni al museo.


Sempre al primo piano sono esposti una decina di affreschi d’epoca quattro-cinquecentesca dedicati all’Annunciazione, alla Natività, alla Vergine col Bambino, al Crocefisso e alla Pietà.
Al secondo piano è allestita la sala dedicata alle opere che raffigurano Cristo, celebrato negli episodi della sua incarnazione, passione, morte e resurrezione; Cristo celebrato nei sacramenti, ma anche nelle umili devozioni popolari. Tra le opere di maggior interesse, un’impressionante scultura lignea di Cristo morto con barba, denti e capelli naturali.
Su questo piano si trova la sala Gabanelli (già sala Priula), che ricostruisce l’ufficio di don Giulio, con le opere degli artisti che erano suoi amici, quali il pittore Piero Brolis e lo scultore Alberto Meli, del quale si possono ammirare, fra l’altro, una sorprendente raffigurazione in legno della Trinità e una Natività, pure in legno.
L’ultimo piano è interamente dedicato ai parati e agli arredi: mobili, indumenti sacri, paramenti, crocefissi, calici, pissidi, ostensori, candelabri, baldacchini, stendardi, pizzi e ricami, messali, libretti di preghiera, immaginette, grazie ricevute e altri vari oggetti di devozione popolare.


Di notevole interesse è anche la biblioteca, che, spiega Delfanti “comprende una cospicua raccolta di opere moderne e un fondo antico costituito da una quarantina di pergamene quattrocentesche, 69 cinquecentine, 120 seicentine, 751 pubblicazioni settecentesche e 164 libri ottocenteschi fino al 1831, facenti parte del fondo antico e circa 700 pubblicazioni ottocentesche oltre il 1831. La biblioteca è riconosciuta all’anagrafe delle biblioteche italiane ed è entrata a far parte della Rete bibliotecaria bergamasca nel maggio 2021 come biblioteca speciale”.


La data del 28 giugno 2025 sarà un momento fondamentale per la cultura museale della Valle Brembana, chiamata anche “Valle dei musei” perché vanta la presenza di oltre una decina di musei, tra i quali il Museo della Valle di Zogno, il Museo dei Tasso e della Storia postale e il Museo etnografico di Valtorta, solo per citare i più noti.

Martedì 24 giugno 2025

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