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Jonatan Lobati: per la Valle Brembana un futuro da costruire

Dal suo particolare punto di osservazione, Jonatan Lobati, Presidente della Comunità Montana Valle Brembana, dopo aver espresso la propria opinione in tema di progetti finanziabili con il PNRR e con altri strumenti messi a disposizione da Regione Lombardia ed altri Enti pubblici, nella lunga intervista che ci ha concesso e della quale ieri abbiamo pubblicato la prima parte, affronta il tema dei trasporti sul nostro territorio, della necessità di ampliare la quantità e qualità dei servizi offerti ai residenti e delle possibili soluzioni idonee a contrastare lo spopolamento della montagna.

E come non iniziare dalla ormai leggendaria “variante di Zogno”, vero tallone d’Achille della viabilità in Valle Brembana? Sul tema il nostro interlocutore ha una posizione inequivocabile: «Nei prossimi mesi finalmente ne vedremo l’apertura: in questo momento Governo, Regione, Provincia, ANAS e tutti gli Enti interessati sono focalizzati su questo obiettivo, ossia il completamento della “tangenziale Sud di Bergamo”, il terzo lotto che collega Paladina con Villa d’Almè e Sedrina».

«C’è un impegno importante, che coinvolge la Comunità Montana – prosegue Lobati -: lo stanziamento di un milione e 800 mila euro che derivano da fondi BIM per contribuire al completamento del progetto definitivo. Giovedì, a margine dell’incontro con il Presidente della Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli, attendiamo le risposte alle nostre note scritte che abbiamo indirizzato ai vari enti per poter definire le nostre strategie d’azione».

«La tangenziale sud è vitale per il tessuto economico e sociale della Valle Brembana – sottolinea il Presidente -: stiamo parlando di un’opera altamente strategica, confido che nel completamento della progettazione definitiva si riesca a ridurre un poco l’importo dei lavori in modo da rendere la cifra complessiva più accettabile».

Alla nostra domanda se le Olimpiadi invernali del 2026 possano rappresentare un’opportunità anche per il nostro turismo montano, Lobati risponde con una punta di rammarico: «le montagne bergamasche saranno coinvolte solo marginalmente da quel grande evento. Abbiamo costituito un Comitato Olimpico Bergamasco, formato dalla Provincia e dalle tre nostre Comunità Montane, con l’obiettivo di portare sul nostro territorio qualche evento collaterale alle gare e tutta la parte di allenamento o di preliminari, così da creare un’attrazione per tutto il mese interessato dalle olimpiadi. Ovviamente sulle nostre montagne la presenza del grande circo bianco sarà purtroppo solo marginale».

Ma è su un tema impegnativo e dolente che si chiude la nostra intervista: senza servizi all’altezza delle esigenze dei residenti e senza scommettere su uno sviluppo che consenta di arginare lo spopolamento della montagna nessuno potrà fermare il declino di questi luoghi meravigliosi. E nel formulare la sua risposta, Jonatan Lobati rivolge il suo accorato appello a chi nelle stanze del potere avrebbe la possibilità di operare una vera rivoluzione proprio in direzione di quella “transizione ecologica” diventata improvvisamente prioritaria.

«Vorrei partire dalla consapevolezza che per risolvere il problema della scarsità di servizi e del conseguente abbandono delle Valli purtroppo non bastano le nostre forze, non basterà rimboccarsi le maniche, ma servirà qualcosa di davvero straordinario per permettere alle persone di tornare a vivere in montagna».

«Da un lato le opportunità di lavoro che riguardano soprattutto i giovani e dall’altro i servizi, due argomenti strettamente correlati fra loro: se ci sono opportunità di lavoro le persone restano volentieri in montagna, ma hanno automaticamente bisogno di maggiori servizi: che non sono solo trasporti pubblici ma anche asili e scuole dalle primarie alle superiori, spazi di aggregazione e di svago, palestre e campi sportivi, negozi non solo di alimentari, farmacie, ambulatori medici, la disponibilità di un ospedale in zona, l’ufficio postale, lo sportello bancario, la disponibilità di una rete telefonica a banda larga, insomma tutto ciò che tutti noi siamo abituati ad avere sotto casa in città».

«Se i servizi diminuiscono o mancano, i residenti diminuiscono o si trasferiscono altrove e viene così meno il nostro tessuto sociale. La crisi demografica della Valle Brembana presenta numeri da pestilenza, non credo che basterà qualche intervento sul territorio per venirne fuori, ma credo che sia necessario e va detto con coraggio un cambio di strategia politica nazionale, che induca le persone a vivere nei piccoli centri anziché in quelli grandi, mettendo a confronto la qualità della vita offerta dalle piccole realtà ed i problemi tipici delle metropoli, come l’inquinamento, il sovraffollamento, l’insicurezza, la difficoltà nei rapporti umani e sociali».

Bisogna ragionare in termini di integrazione, dove il piccolo comune di montagna non venga visto come il paesino fantasma abbandonato a sé stesso o come il parco giochi della grande città, oppure come semplice occasione di svago temporaneo, quasi una riserva di ossigeno per poi rituffarsi nello smog, ma come una sorta di quartiere periferico della grande città. La montagna ha grandi potenzialità, dev’essere vista come un luogo dove poter vivere a misura d’uomo, dove poter crescere i propri figli, avendo a disposizione tutti i servizi necessari.

«Serve una vera “inversione” culturale di motivazioni ed investimenti coraggiosi per rendere attrattive le località sparse sul nostro territorio». Lobati ne è certo: «nei prossimi anni recupereremo il grande gap in cui abbiamo vissuto nell’ultimo decennio rispetto ai grandi centri: detto questo bisogna anche creare degli incentivi economici per invogliare le famiglie a restare qui a vivere in montagna, una vita che costa di più perché a determinate quote ci sono maggiori spese di riscaldamento, di logistica, per il trasporto che è esclusivamente privato in assenza del servizio pubblico».

Ad una più alta qualità della vita in montagna si contrappone oggi una minore qualità di servizi ed il compito che ci aspetta, per Istituzioni, amministrazioni locali, cittadini e loro rappresentanti politici, è di saper bilanciare i due aspetti: anche e soprattutto su tale equilibrio si basa la speranza di futuro per le nostre Valli.

Mercoledì, 16 giugno 2021

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