Un traforo da Morbegno alla bassa Valle Brembana? “Prima si adegui la viabilità locale, ovvero si realizzino la Paladina-Sedrina, la variante di San Giovanni Bianco e le valli laterali”. A dirlo sono i due consiglieri regionali brembani, Jonathan Lobati (Forza Italia) e Alberto Mazzoleni (Fratelli d’Italia) commentando la proposta del sindaco di Morbegno, Patrik Del Nero.
Sindaco valtellinese che, all’indomani della frana sulla statale 36 del lago di Lecco e relativo blocco ferroviario-stradale, aveva proposto di avviare lo studio per un traforo che collegasse Valtellina e la Bergamasca: “Entro 15-20 anni la Valtellina sarà probabilmente isolata – dice Del Nero -. Ce l’ho dice la stessa Anas: la galleria del Monte Piazzo è destinata a cedere. E le comunicazioni saranno interrotte. Non ci resta che trovare un altro sbocco, appunto su Bergamo. Con un traforo. Un’occasione straordinaria per entrambe le valli e per la Val Brembana, un motivo in più per risolvere tutti i problemi di viabilità. Finalmente. In 20 anni si può pensare di riuscire? Se non ci si riesce la politica a cosa serve? E tra vent’anni dobbiamo trovarci pronti con il traforo”.
“Il tunnel per la Valtellina ha sempre il suo fascino per dare uno sbocco fruibile 12 mesi l’a no verso la Valtellina – commenta il consigliere regionale Mazzoleni -. Osservo però che dobbiamo prima di tutto porci come priorità il completamento della tangenziale sud e la T2 con una valutazione del suo allungamento in Valle Brembana. A seguire la variante di San Giovanni Bianco e nel frattempo la sistemazione ed allargamento di tanti tratti della statale e strade delle valli laterali che se non oggetto di interventi veloci rischiano di creare molti problemi a chi vive e lavora in valle. Poi, prima della Valtellina, sin da quando ero presidente della Comunità montana ho sempre ritenuto che, sia per costi che per tempi di realizzo, sarebbe più logico pensare ad un collegamento delle Valli laterali con la Valsassina. Questo aprirebbe alla possibilità di una alternativa significativa per lo sviluppo economico, per evitare le code per il rientro e per l’allargamento alla fruizione immediata del territorio per persone e turisti provenienti dal bacino dell’area brianzola”.
“È nota la mia posizione di assoluto favore per i collegamenti turistici “stagionali” – dice invece Lobati, su una posizione più contraria – tra le nostre valli che ho già spiegato in passato e sono altrettanto conosciute, le mie battaglie per l’apertura del passo San Marco più a lungo o la sistemazione del Dordona e non ho cambiato idea, anzi, ma credo che un collegamento viabilistico, volto a creare un asse diretto Bergamo (e Orio) e Sondrio, ha un valore strategico enorme per i valtellinesi e capisco benissimo la loro richiesta, ma dal lato brembano bisogna fare i conti con la situazione viabilistica esistente. Un’opera del genere, senza le infrastrutture che chiediamo da anni come il completamento della Tangenziale Sud verso Dalmine o la risoluzione del nodo di Pontesecco per l’ingresso in città e più recentemente la variante di San Giovanni Bianco, rischierebbe di creare una situazione esplosiva e ingestibile. Sicuramente non faccio parte di quel coro di persone, che dicono” inutile pensare a opere di grande respiro quando non si chiudono le buche delle strade” . Da amministratore di lungo corso (quest’anno sono 17 anni) so benissimo per come sono fatti i bilanci pubblici che una cosa, non esclude l’altra, ma penso anche che qualsiasi proposta debba essere calata nella realtà e un collegamento nord sud di grande portata, avrebbe sicuramente dei benefici economici, ma di fatto porterebbe al collasso la già fragile viabilità della statale 470 che solo “grazie”- si fa per dire – all’alluvione del 1987 è nella tratta San Pellegrino-Mezzoldo, abbastanza moderna”.
“Quindi a mio avviso bisogna andare per ordine, prima la Tangenziale Sud (e la tramvia fino a Zogno), poi San Giovanni Bianco, poi l’allargamento di tutte le strade provinciali per avere il doppio senso di marcia, poi… ma solo a quel punto si può realizzare qualcosa di ancora più grande”.
Giovedì 2 ottobre 2025