Il portale della Valle Brembana e delle Orobie

spot_imgspot_imgspot_imgspot_img
HomeRedazionaleNóter de BèrghemIl punto di vista di Valerio Bettoni sulla viabilità in bergamasca

Il punto di vista di Valerio Bettoni sulla viabilità in bergamasca

Quali utenti che già percorrono in lungo ed in largo le strade della bergamasca come migliaia di nostri concittadini non possiamo tacere sulle condizioni, a volte inquietanti, del nostro sistema viario: piccoli e grandi problemi, temporanei o strutturali, fondi stradali dissestati, tratti ad alto rischio di incidenti, punti di formazione sistematica di rallentamenti e code, incroci pericolosi, strettoie, attraversamenti urbani, passaggi ferroviari a livello, segnaletica confusa o carente, tanto per citarne alcuni.

Ma a queste annose emergenze se ne aggiunge una altrettanto grave: sono oltre diecimila i “fogli rosa” che la Motorizzazione Civile di Bergamo non riesce a smaltire con i relativi esami di guida per le diverse tipologie di patenti da consegnare ai diretti interessati: un arretrato monumentale che richiederebbe almeno sei mesi di intenso lavoro ed una squadra decisamente più numerosa di esaminatori.

Secondo la stessa Motorizzazione, «la situazione cambierà da settembre, quando saranno operativi sette nuovi esaminatori» che potranno contribuire con efficacia a smaltire il lavoro arretrato, assicurando il rispetto dei termini ultimi di scadenza dei fogli rosa già adeguati con le relative proroghe al 29 ottobre di quest’anno.

Giriamo il nostro sintetico “cahier de doléances” a Valerio Bettoni, presidente dell’ACI Bergamo dal giugno dello scorso anno e già Presidente eletto della Provincia per dieci anni, dal 1999 al 2009, al quale abbiamo chiesto come si inserisce la sua Azienda in questo quadro di luci ed ombre e come può contribuire a migliorarlo concretamente.

«l’ACI di Bergamo non ha nessuna competenza in materia, neppure sul versante “patente” che non è da considerare un capriccio ma riveste un’importanza economica primaria per la mobilità. Ma se è vero che il nostro contributo è limitato alle idee ed alle proposte, com’è sempre stato, è altrettanto indiscutibile che l’ACI rappresenti in un certo senso il “sindacato degli automobilisti” con oltre 24.000 bergamaschi iscritti, al Nord dietro solo a Torino e Milano ed al settimo posto in Italia: noi mandiamo a Roma ogni anno il 60% delle entrate rappresentate dalle tessere per un totale di 750.000 euro e questo pesante fardello incide sulla nostra libertà d’azione, ma questo non ci ha impedito di organizzare di nuovo il nostro storico “Rally”, di mettere in campo numerose altre iniziative e pure di chiudere l’ultimo esercizio, al netto dell’ammortamento del debito contratto a seguito del commissariamento Pascal del 2014, con un discreto margine. Si tratta solo di riuscire a lavorare con professionalità e metodo, ricorrendo a collaboratori seri e disposti ad operare in sinergia».

«Ho cercato di portare in ACI delle persone qualificate che con me s’impegnassero a capire a fondo i problemi ed avessero anche gli strumenti per risolverli: parlo ad esempio del Presidente della Commissione, l’architetto Felice Sonzogni, del consigliere Walter Milesi già assessore provinciale ai lavori pubblici, persone che quando si parla di strade conoscono perfettamente l’argomento. L’ACI non ha competenze decisionali in materia di viabilità – prosegue Bettoni – ma può essere l’organismo che crea il tavolo dove si può discutere di queste problematiche, anche nel merito del piano territoriale della Provincia, in quanto strumento che deve guardare al futuro e punto di sintesi delle diverse esigenze locali a volte anche contrapposte».

Bettoni prosegue esprimendo tutta la sua preoccupazione per l’avvenuta riconsegna all’ANAS di una serie di strade progettate, realizzate e gestite quando dalla Provincia ed il cui futuro ora può riservare brutte sorprese: «per esempio pare che l’ANAS non voglia prendere in carico la variante di Zogno in quanto sembra non rispetti alcune normative adottate dopo la tragedia del tunnel del Bianco».

«Ci preoccupa anche la situazione che si è venuta a creare per quanto riguarda la tangenziale sud, il tratto fra Paladina e Sedrina, in quanto si sta facendo un lavoro intorno a Bergamo che servirà soprattutto a favorire il traffico di merci provenienti dagli insediamenti logistici della Bassa verso la Valle e non viceversa. La Montagna, attualmente la voce più debole, rischia così di essere tagliata fuori da tutto».

«L’ACI – secondo Bettoni – è un bancone al quale i soci si rivolgono per le loro esigenze automobilistiche, ma dietro quel bancone c’è tutto un mondo che opera in coordinazione sulla mobilità, sul piano giuridico, su quello culturale, sportivo e turistico». Ma è sul suo passato in Amministrazione Provinciale che Bettoni torna a riflettere, quando «i progetti nascevano da incontri approfonditi con le comunità locali e venivano inseriti con le rispettive priorità in un disegno strategico di ampio respiro, a cui seguiva la ricerca dei finanziamenti e delle risorse economiche per realizzarli, incontrando per primi Regioni e Governo».

«Oggi stanno arrivando risorse economiche mai viste prima, soprattutto dalla Comunità Europea, e bisogna essere in grado di utilizzarle con progetti validi, davvero utili e risolutivi per i territori più svantaggiati come le nostre Valli e nel più breve tempo possibile, compiendo scelte a volte anche impopolari».

«La mobilità in bergamasca – secondo Bettoni – deve far parte di un progetto complessivo nel quale trovino il loro giusto equilibrio una struttura viaria adeguata ai tempi, piste ciclabili utili anche da un punto di vista turistico e una rete ferroviaria che permetta di alleggerire il traffico su gomma: per esempio sono 400 ogni giorno gli autotreni che trasportano i prodotti San Pellegrino dallo stabilimento al fondovalle ed ai raccordi con le principali vie di comunicazione».

«Nel progetto dovrebbero rientrare anche gli interventi in Val Brembilla, in Valle Imagna, in Val Cavallina, Val Seriana, sulla Bergamo-Orio-Rovato, sulla Ponte San Pietro-Montello, sulla Bergamo-Treviglio. Bisogna guardare avanti, non basta più fermarsi al presente, servono i grandi disegni strategici che erano la norma in passato e che permettevano una visione complessiva delle opere necessarie, delle loro priorità, dei costi e benefici e delle risorse finanziarie da mettere a bilancio».

Sabato, 3 luglio 2021

spot_img