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Draghi a Bergamo, un anno dopo la tragedia

Su tutti gli edifici pubblici del Paese oggi sventola a mezz’asta la nostra bandiera nazionale: è il saluto solenne a questa prima “Giornata nazionale in memoria delle vittime del CoViD”, istituita definitivamente con legge dello Stato proprio ieri, e la scelta di Bergamo quale città simbolo della tragedia ne è la degna cornice.

Era il 18 marzo 2020 quando, da un appartamento affacciato sulla via nei pressi del Cimitero Monumentale, venne scattata l’immagine che fece in pochi istanti il giro del mondo: quel convoglio militare che portava le bare dei defunti bergamaschi per CoViD in altri territori per la cremazione.

In quei giorni in città si udivano solo gli incessanti urli delle sirene delle autoambulanze ed un silenzio sepolcrale. La paura che svuotava gli sguardi, a volte il terrore che ammutoliva chiunque osasse scendere in strada, la sensazione di vivere un incubo senza vie d’uscita, un’oppressione della mente e dello spirito del tutto nuova per chi non ha vissuto gli orrori di una guerra mondiale.

Ma questa giornata, che vede il Presidente del Consiglio Mario Draghi presenziare di persona ai momenti salienti della manifestazione, accanto alla condivisione del dolore, vuole dare anche un segnale di rinascita, di ricostruzione di un tessuto sociale e civile sottoposto a dura prova ma sempre vitale e coraggioso, con lo sguardo rivolto al futuro.

Mario Draghi ha voluto aprire la visita in città con un breve e commosso omaggio alle vittime al Cimitero di Viale Pirovano, con la deposizione di una corona floreale e la lettura di una toccante poesia di Ernesto Oliverio, “Tu ci sei”, incisa su una stele a ricordo degli oltre seimila bergamaschi strappati ai loro cari dal virus nei terribili primi mesi del 2020, per poi dirigersi all’Ospedale Papa Giovanni XXIII nei pressi del quale ha inaugurato ufficialmente il “Bosco della Memoria”.

C’è una frase che sintetizza il significato della cerimonia: «chi pianta un albero pianta una speranza». Per tale motivo si è scelto di creare un bosco e non un monumento o una stele. «Bergamo mòla mia», con questo nostro motto il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha dato il benvenuto a Mario Draghi ed alle autorità presenti, tra le quali il presidente della Regione Attilio Fontana, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, il prefetto Enrico Ricci e il vescovo Francesco Beschi.

«Lo Stato c’è e ci sarà», la promessa del Presidente del Consiglio, insieme ad una promessa ancora più solenne: «gli anziani e le persone fragili non saranno mai più lasciati soli, non si dovranno mai più sentire abbandonati». Quindi un doveroso omaggio agli operatori del vicino Ospedale Papa Giovanni XXIII, esempi di generosità e di altruismo anche a prezzo della propria salute e della propria vita, ma anche ai mille volontari che si sono prodigati durante tutta la pandemia, definiti i “nuovi Mille di Bergamo”.

Il Presidente Draghi, al commiato, dopo aver ricordato personalmente Piero Busi, che fu stimato sindaco di Valtorta per 59 anni, morto per CoViD a marzo dello scorso anno, lancia il suo appello ai bergamaschi ed a tutti gli italiani: «Ricostruire senza dimenticare».

Il programma delle celebrazioni proseguirà nel pomeriggio:

  • Alle 14, all’esterno dell’Ospedale, la fiaccola benedettina, la “Torcia della Pace”, come simbolo di luce, di rinascita e di speranza per tutto il Paese. verrà accesa alla presenza dei sindaci di Cassino, Norcia e Subiaco e di una rappresentanza di medici, ricercatori, infermieri e operatori sanitari dell’Ospedale. Verrà anche data lettura del «Messaggio di Pace» di Bergoglio.
  • Alle 16, al cimitero di Bergamo, si terrà una cerimonia di commemorazione delle vittime dell’epidemia, alla presenza di rappresentanti di diverse fedi e comunità religiose della città, a cui seguirà la mostra fotografica con le immagini del fotografo Lorenzo Zelaschi scattate durante il lockdown, integrate da un’inedita documentazione fotografica di quei tragici giorni conservata negli archivi dell’Amministrazione Comunale e realizzata dal personale stesso del cimitero.
  • Alle 17.30, all’Humanitas Gavazzeni, nel parco interno dell’ospedale, verrà inaugurata un’installazione sonora temporanea (fino al prossimo 4 maggio). un modo per raccontare emozioni e speranze vissute durante i primi mesi della pandemia, attraverso la riproduzione, da 20 casse posizionate ad altezza uomo, di tracce audio selezionate dal libro “Il coraggio e la memoria” e lette da coloro che si sono battuti in prima linea nell’assistenza ai malati.
  • Alle 20, in ogni parrocchia della diocesi, suoneranno i rintocchi «a morto» della “campana del ricordo”, un invito a sostare per un breve momento di silenzio e raccoglimento dedicato alla tragedia vissuta per un anno dalla terra bergamasca.
  • Alle 20.30, nella Cattedrale di Sant’Alessandro, sarà eseguito un “Memoriale per una rinascita”, meditazione in musica: la composizione “Dona pacem”, offerta alla città dal direttore d’orchestra Maestro Damiana Natali, di origine bergamasca, vuole essere non solo ricordo ma anche un augurio di rinascita e di collaborazione tra nazioni e generazioni. Accompagneranno l’Orchestra Ars Armonica, che eseguirà anche brani di Vivaldi, Mozart ed Händel, il coro Città Piazzola sul Brenta e i solisti soprano Federica Vitali, contralto Anna Maria Chiuri, tenore Ivan Defabiani, basso Marco Spotti.

Giovedì, 18 marzo 2021

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