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Precipita per 400 metri sul monte Rosa, muore istruttore di alpinismo originario di Sedrina

È morto precipitando dal massiccio del Monte Rosa. Angelo Panza, 67 anni, originario di Sedrina ma da anni con casa a Sorisole, è la vittima dell’incidente avvenuto la mattina del 19 giugno sul monte Lyskamm. Lascia moglie e due figli.

L’alpinista, istruttore e già direttore della scuola centrale di scialpinismo del Cai nazionale, è precipitato per 400 metri, con la sua compagna di cordata, una donna bergamasca di 47 anni, ricoverata in Rianimazione all’ospedale di Aosta. I due erano partiti nella mattina del 19 giugno dal rifugio Quintino Sella al Felik per la traversata est-ovest del Lyskamm. A dare l’allarme sono stati altri alpinisti stranieri, che hanno visto la caduta e che avanzavano in un’altra cordata. L’incidente è avvenuto sulla cresta, tra il Lyskamm orientale e quello occidentale. Panza era stato anche direttore della scuola orobica “Enzo Ronzoni” di alpinismo, con sede a San Pellegrino, ora diretta da Domenico Giupponi.

Angelo Panza, 67 anni, originario di Sedrina (da Facebook)

Così lo ricorda – sul portale online del Cai “Lo Scarpone” – Giovanni Maria Grassi, direttore della Scuola Centrale di Scialpinismo del Cai: 

«Angelo è stato l’innovatore della Scuola centrale di scialpinismo. Ha portato avanti tante idee che sono state poi raccolte nel manuale di scialpinismo. Tanti di noi, me compreso, devono dire grazie ad Angelo perché era un vulcano di idee, di proposte, di suggerimenti, di entusiasmo e di passione.
Aveva deciso di dare le dimissioni dalla Scuola Centrale proprio per dare un segno di discontinuità e dare alla possibilità ai ragazzi più giovani lo spazio per entrare nella scuola e di portare avanti delle idee più fresche. Era consapevole del suo ruolo, del suo tempo e del suo momento.
Inoltre Angelo è stato tra i primi a portare avanti il discorso dell’Artva, della tecnica di sondaggio, della tecnica di scavo… Questo in perenne collaborazione con il grande amico Gianni Perelli: erano un tutt’uno, erano praticamente come due fratelli. 
E poi noi coinvolgevamo ancora adesso Angelo a livello di esperienza e di confronto. La sua presenza era cercata, perché era un riferimento per tutti noi».

Non meno sentito e partecipe è anche il ricordo di Paolo Taroni, vicedirettore della Scuola Centrale di Scialpinismo del Cai:

«Angelo era sempre pronto a dare un consiglio, a dare un aiuto. È stato un grande appassionato di montagna e un grande uomo CAI perché ha sempre avuto a cuore la vita e le sorti del nostro sodalizio. Era una grande persona che, pur avendo fatto cose egregie in montagna, è sempre stato molto prudente. Quello della sicurezza in ambiente innevato era un argomento che aveva molto a cuore: lo reputo uno dei maggiori esperti del mondo CAI su questo tema».

Lunedì 19 giugno 2023

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