Di Diego Valceschini
E’ finita dopo nove stagioni una tra le storie d’amore più belle ed appassionanti del mondo pallonaro. Gian Piero Gasperini ha deciso, probabilmente con un anno di ritardo, di lasciare la Dea per accasarsi alla Roma, per provare nuove avventure più stimolanti, come ha detto nella lettera d’addio inviata a L’Eco di Bergamo. A Roma proverà magari a ripetere le belle stagioni a Bergamo, dando l’assalto a quell’ Europa League che ha regalato l’anno scorso a Bergamo e riportare i giallorossi in Champions dopo sette anni. Niente rinnovo e neppure contratto postato alla scadenza, visto che sarebbe stato allenatore atalantino fino alla prossima estate, in ogni caso.
E PENSARE CHE PARTI’ MALE – Quando Gasperini arriva nell’estate 2016 l’Atalanta era reduce da campionati mediocri, anche se dopo la promozione del 2011 si era almeno assestata in serie A, con tanto di salvezza anticipata a tre giornate dal termine al primo anno, che era l’unica vera impresa in quei cinque anni segnati da permanenze tranquille. Quando arrivò il tecnico di Grugliasco a sedersi sulla panchina orobica al posto di Edy Reja non c’erano grandi aspettative: i giocatori più in vista sono il Papu Gomez, Kessie e Petagna. La prima partita del Gasp è l’esordio in Coppa Italia, dove il 13 agosto 2016 batte la Cremonese per 3-0 a Bergamo. In campionato però brutta partenza: alla prima è un ko per 3-4 con la Lazio in casa, poi altra sconfitta per 2-1 in casa della Sampdoria, quindi il primo successo, col 2-1 interno al Torino, ma seguono altre due sconfitte, un terrificante 0-3 a Cagliari e 0-1 in casa col Palermo.
Il successo a Pescara per 3-1 sull’esordiente Crotone è un brodino, l’Atalanta è in zona retrocessione. La vera svolta arriva domenica 2 ottobre 2016, quando a Bergamo l’Atalanta ospita il Napoli: il Gasp decide di rivoluzionare la squadra, imbottendola di giovani come Caldara, Grassi e Kessie, che segna il gol che gli fa vincere la gara. Da lì l’Atalanta ingrana, e dopo il pari senza reti a Firenze raccoglie una serie di sei vittorie consecutive (battendo anche Inter e Roma a Bergamo) che la portano al quarto posto, addirittura a -5 dalla Juve capolista, che affronta ad inizio dicembre, uscendone sconfitta per 3-1.
La successiva sconfitta interna contro l’Udinese non scalfisce le ambizioni della Dea, che nelle successive 11 gare perde solo una volta, 2-1 in casa della Lazio a metà gennaio 2017, con colpi come lo 0-0 in casa del Milan od il 2-0 a Napoli, poi lo tonfo storico per 7-1 in casa dell’Inter non ferma i bergamaschi, che non registrano più alcuna sconfitta, e chiudono l’anno con uno storico quarto posto, allora miglior risultato di sempre (battuto il quinto posto registrato negli anni ‘50) , che allora valeva la qualificazione all’Europa League (in Champions andavano le prime tre, solo due direttamente ai gironi, solo dall’anno dopo, con la nuova riforma l’accesso per la serie A era garantito direttamente alle prime 4).
Ma è solo l’inizio per la Dea, che dopo il girone vinto di Europa League (con imprese come il 5-1 in casa dell’Everton o l’1-0 al Lione a Reggio Emilia, designata per le gare casalinghe), ma tanta amarezza per l’uscita ai sedicesimi col Borussia Dortmund ed il settimo posto della stagione successiva che la qualifica ai preliminari estivi di Europa league (poi persi a Copenaghen ad agosto 2018) nel 2019 centra addirittura la prima qualificazione alla Champions league, con lo storico terzo posto alle spalle di Juventus e Napoli, ed anche la disputa della finale di Coppa italia (dopo aver fatto fuori la Juve di CR7 con un perentorio 3-0 a Bergamo) persa con la Lazio non senza recriminazioni per un rigore non concesso.
Altra stagione di gloria il 2019/20 spezzata dal Covid che vede l’Atalanta brillare maggiormente in estate, alla ripresa dopo la lunga interruzione, quando raggiunge anche la seconda posizione. Alla fine chiude ancora terza dietro a Juventus ed Inter, con seconda qualificazione di fila alla Champions, con ben 98 fatti in campionato (dove vincerà ben tre partite segnando 7 gol, contro Udinese, Torino e Lecce, e sei gol al Brescia). Nell’attuale edizione, dopo una partenza da incubo (zero punti nelle prime tre gare del girone, con tanto di tonfo per 5-1 in casa del Manchester City dopo lo 0-4 in casa della Dinamo Zagabria) , mentre tanti, tra cui Andrea Agnelli, si stracciano le vesti per la presenza della Dea in Champions, ottiene 7 punti nelle ultime tre partite del girone che la portano a passarlo al secondo posto dietro al City, tanto che Guardiola affermerà che affrontare Gasperini è come andare dal dentista dopo l’1-1 di Milano, dove l’Atalanta giocava le partite interne.
Agli ottavi l’impresa sul Valencia, poi ad agosto siamo ad un passo dalle semifinali di Champions, ma il PSG rimonta beffardamente nel recupero il vantaggio atalantino nella gara unica dei quarti in suolo portoghese. Nel 2021 altra qualificazione alla Champions, con un altro terzo posto dietro ad Inter e Milan, ed altra finale di Coppa Italia, stavolta persa contro la Juventus, mentre in Champions, passato il girone dietro al Liverpool dopo vittorie prestigiose in casa dei Reds ed ad Amsterdam arriva la resa agli ottavi col grande Real , con l’espulsione frettolosa di Remo Freuler nella gara d’andata a Bergamo che manda in bestia gli atalantini.
La stagione 2021/22 è forse la peggiore del ciclo gasperiniano: Champions persa ai gironi all’ultima giornata in casa col Villarreal, dopo una partita rinviata di 24 ore per neve a dicembre 2021. Retrocessa in Europa League, esce ai quarti col Lipsia, perdendo in casa dopo l’1-1 in trasferta. In campionato scivola fino all’ottavo posto, uscendo dai piazzamenti europei. Ciclo finito? Il 2022-23 è un anno di transizione, dove l’Atalanta perde i piazzamenti Champions e chiude al quinto posto, centrando l’accesso all’Europa League. Il che è preludio alla storica annata 2023/24, col successo di Dublino dell’Europa League, l’altra finale di Coppa Italia persa ancora contro la Juventus, ed il quarto posto che la riporta in Champions. E siamo all’annata appena conclusa, con le partecipazioni alle due Supercoppe, il nono posto della fase campionato, l’uscita a i playoff col meno quotato Bruges ed un nuovo terzo posto.
CACCIA AL SOSTITUTO – Prima di fare mercato sarà necessario trovare il sostituto del Gasp, e chi dovrà continuare a scrivere la storia a Bergamo: raffreddate le piste Thiago Motta e Tudor, i due nomi più forti sono Raffaele Palladino, che ha lasciato la Fiorentina, e Stefano Pioli, di ritorno dall’’Arabia. Qualsiasi allenatore arriverà, sa che dovrà raccogliere un patrimonio e seguire la strada tracciata da Gasperini, che ha fatto abituare fin troppo bene la tifoseria dal 2016 in poi.
LE FESTE DI PSG E… CREMONESE – La finale di Champions League ha premiato il PSG per la prima volta nella sua storia: gli uomini di Luis Enrique hanno tramortito l’Inter nella finale di sabato sera a Monaco di Baviera con un 5-0 senza precedenti che ha mortificato ancora una volta il calcio italiano: si poteva perdere, ma non così.
Anche i nerazzurri, che nel giro di 42 giorni, come ci ricordava la Gazzetta, hanno perso tutto, è tempo di rivoluzioni, che potrebbero ripartire con un tecnico diverso da Simone Inzaghi. Intanto, mentre Conte rifiuta l’ennesimo ritorno alla Juventus per restare a Napoli, la Juve, dopo aver provato anche col Gasp sembra orientata a tenere Tudor, la Lazio, lasciato Baroni sembra vicina al ritorno di Sarri, cosi’ come il Milan ha riabbracciato Allegri resta da completare il tassello della Dea. Esulta anche la Cremonese di Stroppa, che vincendo in casa dello Spezia la finale di ritorno dei playoff fa il suo ritorno in serie A, completando la griglia delle venti della prossima stagione, con i calendari che vedranno la luce già venerdì 6 giugno alle 18,30.
Lunedì 2 giugno 2025