![]() Il nome "Valle Brembana" compare per la prima volta in una pergamena il 28 dicembre dell'anno 1000. |
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Nel volgere di pochi decenni la carta geografica della valle si completa poi con i nomi di tutti gli altri paesi. Paesi che sorgono generalmente in riva o alla confluenza dei corsi d'acqua, con il paesaggio che si modella in maniera concentrica: un grumo di case addossate l'une alle altre e circondate da orti e frutteti, la fascia delle colture e poi la cintura di pascoli e boschi. In questo periodo (XI-XII secolo) la valle risulta divisa in tanti piccoli feudi di proprieta' di famiglie signorili, ma soppratutto dei vescovi di Bergamo e di enti ecclesiastici, come i monasteri di Astino e di Pontida. Gia' dal 1037 appartenevano poi agli Arcivescovi di Milano: Valtorta, la Valle Averara e la Val Taleggio. Nel corso del 200' ha origine il processo delle autonomie comunali e in breve si costituiscono decine e decine di comuni, molti ei quali dotati di propri statuti che regolano la vita della comunita'. Sul piano economico le risorse principali sono quelle della pastorizia e della lavorazione della lana, dell'agricoltura e dello sfruttamento dei boschi. Ma non meno importanti sono le decine di fucine che sorgono lungo le rive del Brembo per la lavorazione del ferro, proveniente dalle miniere di Valleve, Carona, Fondra, Valtorta e Mezzoldo. Dopo il breve periodo delle liberta' comunali, nel 1331 Bergamo passa sotto la Signoria dei Visconti che istituiscono il vicariato di Valle Brembana con sede a Serina e concedono al territorio una discreta forma di autonomia, come testimonia la nascita dello Statuto della Val Brembana e di quelli di Valtorta, Valle Averara e Val Taleggio. Sotto il dominio milanese, tra la fine del 300' e l'inizio del 400', la Valle conosce quello che e' forse il periodo piu' sciagurato della propria storia. Alle frequentissime carestie ed epidemie si aggiunge infatti lo scatenamento delle lotte civili tra Guelfi e Ghibellini. Le divisioni attraversano tutta la Valle e anche i singoli paesi al loro interno. Ovunque sorgono torri e fortilizi e si registra una lunga catena di violenze, incendi e devastazioni.